Come riconoscere le diete di moda

Diete di moda riconoscerle

Vi faccio subito uno spoiler. Questo pezzo è un insieme delle mie elucubrazioni mentali sull’argomento. Per cui, prendetelo come una serie di ragionamenti organizzati attorno ad un filo logico. Liberi, come sempre, di derivarne le vostre conclusioni o di confutare le mie. E ora iniziamo.

Le diete riscuotono da sempre un grande interesse nella popolazione generale. Escludendo quelle basate su precetti etico-religiosi e quelle a fini medici, possiamo concentrarci sulle diete per persone sane. Quelle che utilizzano il controllo di calorie, macronutrienti e timing al fine di modificare peso e composizione corporea, con un obiettivo generalmente estetico. Parliamo di centinaia di proposte differenti. Migliaia, anzi: ogni anno, approssimativamente, vengono pubblicati circa 1500 libri su questo tema.

Ce ne sono per tutti i gusti: ipoglucidiche, iperproteiche, con tanti o pochissimi grassi, che limitano l’assunzione di cibo a determinati alimenti o orari, che ti fanno bere solo succhi, che si basano su evidenze scientifiche o su fantasiose interpretazioni dell’autore. Ognuno può trovare la sua, insomma.

Questo rende difficile anche tirare fuori nuove idee per vendere un libro. Non posso scrivere un libro sulla dieta mediterranea, ce ne saranno già centinaia! Occorre un’idea nuova, che stupisca il pubblico: una dieta basata sulla zuppa di cavolo? Già fatto. Allora una in cui si mangiano solo cibi per bambini, tipo omogeneizzati o liofilizzati? Fatto anche questo. Ah, ci sono! Una dieta basata sul consumo di carni grasse, insaccati e bourbon! Già fatto, 60 anni fa (e non scherzo, il libro ha venduto 2,4 milioni di copie).

Ma torniamo a noi. Due tratti accomunano tutte le diete pubblicate come letteratura non scientifica (libri, riviste, siti):

  • Identificano uno o più “nemici” contro cui accanirsi. A titolo di esempio, negli anni ’80 erano i grassi ed il colesterolo, poi siamo passati ai carboidrati.
  • Hanno la pretesa di fornire una soluzione trasversale, che va bene per tutti. Oppure, al limite, dividono il “tutti” in poche macrocategorie, cui abbinano la soluzione specifica.

Additare un nemico e fornire soluzioni semplici, magari promettendo il classico “perdi x kg in x giorni” (perdi x kg di cosa?), perché le persone vogliono tutto subito. Forse occorrerebbe ricordarsi che i grandi risultati richiedono impegno e dedizione continua, con il tutto e subito non si va molto lontani. E i risultati lo dimostrano.

Il metodo semi-infallibile per riconoscere le diete di moda

Ebbene si. Ci siamo cascati tutti, in un modo o nell’altro. Il problema è che avere un nemico ed una soluzione pronta fa vendere i libri. Così come fa vendere leader politici. Ma se scaviamo la sottile superficie, spesso rimane ben poco.  Come capire se anche tu sei stato vittima di una dieta di moda? Essemplicissimo! Ho perfezionato un metodo abbastanza basilare per vedere quanto interesse si è sviluppato su un determinato argomento e, soprattutto, per quanto tempo.

  • Apri il tuo browser
  • Digita Google Trends e accedi al sito
  • Scrivi il nome della cosa che vuoi confrontare
  • Imposta i dati di ricerca come 2004-presente e goditi lo spettacolo.

Ti faccio un esempio in chiave alimentare:

Si nota subito una differenza sostanziale. Il peperone ha ricerche “sinusoidali”, legate presumibilmente alla stagionalità.  L’açai ha un picco e un crollo, poi un picco più basso e un altro crollo.

Volendo si possono cercare le due cose assieme, in questo caso i grafici saranno commisurati al volume globale di ricerche (ciò può in alcuni casi essere fuorviante ai fini della nostra analisi).

Ahia, l’açai non se la passa bene nemmeno in questo caso. Il peperone stravince il girone delle bacche (si, è una bacca anche lui).

Ora trasportiamo il ragionamento nel settore diete, con alcuni esempi del passato o del presente:

E ora confrontiamo questi risultati con quello ottenuto digitando “Dieta mediterranea”:

Cosa noti? che la dieta Mediterranea è il nostro peperone. Se ne parla da ormai 60 anni, e se ne continua a parlare in modo abbastanza regolare. Possiamo dire che è l’esempio perfetto del contrario di una moda alimentare.

Gli altri? Sono le açai. Prima se ne parla pochissimo, poi un sacco per un breve periodo di tempo, poi si torna a parlarne poco o niente. Ecco, sono tutte mode. Il metodo non è ovviamente infallibile, ma permette di valutare se su un argomento vi sia stata o meno una polarizzazione dell’attenzione in un tempo relativamente breve. E in più non occorre leggere pagine piene di dati noiosi da professorone, è un grafico!

Perché le diete di moda seguono questo pattern? Perché, in linea di massima, non funzionano (o non possono essere mantenute) nel lungo periodo.

Una precisazione va però fatta: quanto detto fino ad ora non vuol dire che tutte le diete di moda siano stupidaggini e non funzionino, eh, anche se spesso è così. Come fare a riconoscere quali sono stupidaggini? Questo è un contenuto dell’abbonamento premium, mi dispiace. Scherzo, ovviamente. Ma si tratta di un argomento piuttosto complesso. Che (forse) affronteremo in futuro.