Il cremisi è una tonalità di rosso violaceo tendente al porpora. Il termine deriva dal latino medievale cremesinus o carmesinus, a loro volta derivati dall’arabo qirmizī (رمز), “rosso scarlatto”, condividendo quindi la stessa radice etimologica con il termine carminio, riferito ad un’altra tonalità di rosso. Il sostantivo arabo sembra derivare da un termine sanscrito, kr̥mija (कृमिज), dal significato “prodotto da insetti”.
In epoca antica il colore rosso era estratto da un insetto, la cocciniglia, che non a caso era chiamata in sanscrito kr̥mijā e in arabo al-quirmiz. Quest’ultimo termine non vi ricorda il nome di un famoso liquore utilizzato in pasticceria? L’Alchermes era infatti colorato con l’estratto ottenuto dalla macinazione del carapace di questi insetti, in particolare Kermes vermilio (e torna la radice etimologica!) e Dactylopius coccus, nonché in misura minore da altri coccidi.
Questo estratto contiene fino al 10% di acido carminico, che è poi quello che dà la colorazione rossa e da secoli viene utilizzato come colorante alimentare.
I nostri cibi (ma non solo, anche i cosmetici) sono colorati con insetti polverizzati?
Basta leggere l’etichetta per saperlo: se vedete indicato E120, allora la risposta è si (anche se in realtà non è polvere di insetto, in quanto subisce una purificazione. Quello che ingeriamo è infatti un sale di alluminio dell’acido carminico).
Questo colorante alimentare è sempre stato molto caro. Infatti veniva utilizzato per tingere i tessuti destinati ai nobili ed agli ecclesiastici di alto rango (non a caso detti porporati). Anche ai giorni nostri il prezzo è elevato, anche perché, stando a fonti FAO, per produrre 1 kg di colorante sono necessari 80-100.000 insetti. Per questo motivo, è stato sostituito dai più economici coloranti azoici. Attualmente, oltre all’E120, sono ammessi come coloranti rossi sintetici E122 (azorubina), E123 (amaranto), E124 (Ponceau 4R) E127 (eritrosina) ed E129 (rosso allura AC).
In particolare, E124 può causare equivoci, in quanto il nome alternativo è rosso cocciniglia, ma non ha niente a che vedere con l’insetto.
La sicurezza del colorante alimentare E120
L’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha rivalutato il profilo di sicurezza di questo colorante alimentare nel 2015. La conclusione è stata che, anche tenendo conto dell’esposizione nelle varie fasce di popolazione, non vi sono particolari preoccupazioni riguardo la salute pubblica. Dagli studi disponibili, l’acido carminico non risulta genotossico e non presenta un potenziale tossicologico. Capitolo diverso per ciò che riguarda le possibili allergie. Dal momento che non è possibile stabilire dei valori-soglia, l’EFSA consiglia di integrare i processi produttivi con opportuni step di purificazione, per limitare al minimo il rischio.